OUTSIDE THE LINES: COACH JAMION CHRISTIAN

“Quante ne abbiamo perse di fila l’anno scorso?”
“Non lo so, non lo so… che domanda…”
“Almeno cinque, forse sette?”
“Di sicuro erano tante!”
“Non importa Coach, iniziamo con le domande.”

E invece, al posto di qualche considerazione tecnica sui prossimi avversari, dai seggiolini della prima fila del PalaTrieste nasce una sorta di flusso di coscienza improvvisato sulla sconfitta e sulle avversità: “Aspetta, sai cosa ti dico? Penso di essere talmente immerso nel momento presente da non fare caso né alle strisce negative, né alle strisce positive.” 

“L’anno scorso continuavamo a perdere ma l’attacco migliorava di partita in partita, ad esempio. Io sono una persona che osserva sempre il progresso costante: il modo in cui giudico un risultato non è solo tramite il punteggio. Riguardando le partite notavo ogni settimana che tutti stavano eseguendo ad un livello sempre più alto, ma ci mancava sempre qualcosa nel finale. L’importante è crescere, i risultati seguono sempre.”

A questo punto, non mi resta che seguire il discorso, per cui la domanda successiva sorge spontanea: passare quei momenti complicati vi ha aiutato durante la cavalcata playoffs?

“Penso che il discorso sia diverso… i primi risultati positivi ai playoffs hanno confermato alla squadra che il lavoro fatto durante tutta la stagione stava dando i suoi frutti nel momento più importante. Delle volte basta una scintilla per accendere un fuoco, per noi quella scintilla è stata la vittoria di Rieti: in trasferta contro un’ottima squadra siamo stati in grado di aggredire la partita e vincere.”

Mentre capisco che le domande che avevo preparato sulle note dello smartphone si possono anche cancellare, Coach Christian va ancora più indietro nella sua esperienza da allenatore.

“Faccio il capo allenatore da dodici anni ormai, e quando le cose vanno male cerco di ricadere su pochi semplici principi, che riassumo con l’acronimo LeAD (condurre): Loud, perché dobbiamo ripeterci quello che dobbiamo fare ad alta voce, Attack, perché dobbiamo seguire questi propositi senza esitazione e con la massima convinzione, Demand, perché dobbiamo esigere lo stesso da tutti quanti.”

“Cerco sempre di avvolgere la verità con un velo di speranza, portare qualcosa su cui migliorare e non una semplice critica, per esempio. È diverso da ‘indorare la pillola’, magari questa è l’impressione che posso dare con il modo in cui parlo, ma sono due cose ben diverse: il mio obiettivo è esporre i fatti in una maniera che possa avere risvolti positivi, non significa che mi tiri indietro dal dire quello che vedo.” 

“Ok, grazie. Scriverò qualcosa sul periodo difficile della passata stagione, per fare un confronto con questo momento…”
“Si? Allora vado avanti, continua a registrare”

“C’è una differenza tra essere pronti alla battaglia ed essere temprati dalla battaglia: quando un guerriero è pronto alla battaglia ha tutto in ordine, l’armatura, la spada, l’elmo, e così via; quando un guerriero è temprato dalla battaglia, avrà qualche cicatrice, qualche ammaccatura, e via dicendo. Io voglio quest’ultimo tipo di guerriero al mio fianco. Bisogna arrivare al punto più basso per migliorare, è quando tocchi il fondo che scopri chi sei davvero: capisci se hai davvero passione per qualcosa, trovi le motivazioni per andare avanti, acquisisci una prospettiva diversa… tutto questo è molto importante se vuoi arrivare al livello più alto possibile.”

“Amo la pallacanestro perché ti mette di fronte alle più grandi avversità, ma in un ambiente sicuro. Io apprezzo una squadra che sappia passare dei momenti difficili, e apprezzo i momenti in cui io e la mia squadra ci troviamo in situazioni complicate da cui uscire, perché so che quando succederà saremo una versione migliore e più autentica di noi stessi.”

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