Il 7 aprile la FIP ha dichiarato ufficialmente terminato il campionato di basket 2019-2020. La nostra stagione però non è ancora conclusa. Come ogni sportivo sa, il nostro dovere è, dopo uno stop, ripartire immediatamente. E noi siamo qui, pronti. Pronti a trovare soluzioni, a ripartire come e quando sarà possibile.
LE PREMESSE: LA NOSTRA SQUADRA – Allianz Pallacanestro Trieste si è rivelata una grande squadra, anche negli uffici. Un mese fa ho chiesto a tutti i nostri collaboratori – e mi riferisco a chi lavora nell’organizzazione, nella comunicazione, nella gestione – un taglio del 30% degli stipendi: tutti hanno detto di sì senza esitazioni. Abbiamo tutti accettato di ricevere uno stipendio ridotto del 30%, ma questo ci consente di andare avanti assieme, tutti. Oggi ho definito anche un accordo per la riduzione dei compensi con gli allenatori della Prima squadra, trovando totale disponibilità. E per questo voglio ringraziare tutti pubblicamente. Una macchina organizzativa unita, un passo indietro che è già slancio per ripartire. In queste lunghe settimane si è fermata l’attività sportiva, ma non quella amministrativa e di comunicazione: abbiamo dovuto gestire la situazione con i giocatori che chiedevano di poter rientrare nei rispettivi Paesi, predisposto progetti e comunicato con voi, anche con l’aiuto dei giocatori stessi, che hanno messo a disposizione il proprio tempo e quei talenti che li contraddistinguono anche fuori dal parquet. Il risultato è che c’è qualcosa di forte che ci unisce, e non lasceremo che tutto ciò venga disperso.
UNA SITUAZIONE DIFFICILE E INCERTA – Un anno fa la società viveva un momento difficile e incerto, diverso da quello attuale ma altrettanto rischioso per il suo futuro. Grazie all’impegno dei soci locali, a una nuova proprietà e gestione, ai nostri sponsor, ai nostri grandi tifosi, abbiamo trovato un nuovo equilibrio, solido e promettente per il futuro. Oggi ci ritroviamo tutti assieme in una crisi senza precedenti e in un contesto che ci obbliga a ripensare non solo al basket, ma a tutti gli aspetti della nostra vita. Non per questo ci arrendiamo.
Abbiamo definito delle priorità: mettere in sicurezza la società, difendere i posti di lavoro, riprendere – quando sarà possibile – a giocare, rimettendo in moto tutta la macchina organizzativa e sportiva. Abbiamo però bisogno che si verifichino alcune condizioni: il supporto e la fiducia dei nostri partner, degli sponsor e dei nostri tifosi; regole certe dal punto di vista sanitario e dal punto di vista sportivo; il supporto del sistema pubblico, perché come tutto il sistema produttivo necessitiamo di avere garanzie e sostegni. Ci sono molte cose da riordinare: a partire dalla regolazione dei contratti e rapporti economici con i giocatori relativamente alla attuale stagione, sia quelli che sono qui a Trieste, sia quelli che hanno chiesto di rientrare nei rispettivi Paesi e con i quali stiamo dialogando.
PRIMA LA SALUTE – Uno sportivo ragiona per priorità. E io oggi qui dico una cosa che sembra scontata ma non lo è affatto: prima la salute. Dobbiamo tornare a giocare di fronte al nostro pubblico garantendo la salute di tutti. Questo è l’obiettivo da raggiungere. Abbiamo quindi bisogno, prima di tutto, di protocolli e regole. Prima il sistema sarà in grado di dare protocolli e regole – per il mercato, per giocare, per la gestione dei palazzetti, per la fruizione da parte del pubblico – prima potremo disegnare il business plan, e prima potremo ripartire in sicurezza: sicurezza sanitaria e sicurezza economica. Poiché il sistema del basket italiano aveva, come naturale, anche qualche problema e qualche asimmetria, questa può essere l’occasione per migliorare e correggere le debolezze che si erano evidenziate in passato. Ma servono decisioni: unanimi, chiare, con tempistiche corrette.
E POI CI SIAMO TUTTI NOI – Questo è con molta semplicità e senza giri di parole il nostro piano. Poi ci siamo noi: agguerriti, pronti a combattere per la nostra passione, preoccupati – certo – ma con una grinta da leoni in gabbia. Vogliamo tornare a sentire il pallone rimbalzare all’Allianz Dome. Vogliamo sentire i cori e gli applausi dei nostri tifosi, vogliamo tornare a vivere di e per la pallacanestro. Ci vorrà tempo, ci vorrà coraggio: noi non abbiamo paura. Siamo già caduti e ci siamo già rialzati, e non una volta. Ora rialziamoci assieme: lo sport è una metafora di ogni aspetto della nostra vita. Alleniamoci assieme. Alleniamo il corpo, alleniamo la mente, facciamo schemi, strategie. Ai nostri sponsor chiedo fiducia, disponibilità a progettare assieme. Ai nostri giocatori chiedo responsabilità ed entusiasmo. Ai nostri tifosi chiedo amore. Tanto e incondizionato amore.
Mario Ghiacci
Presidente Allianz Pallacanestro Trieste