La Reyer Venezia arriva al PalaTrieste dopo tre sconfitte e solamente all’undicesimo posto in classifica, ma non è assolutamente una squadra da sottovalutare. Nonostante le sole quattro vittorie ottenute in LBA, ha un roster allestito per giocare l’Eurocup ma a causa dei tanti infortuni non ha mai trovato il ritmo giusto sia a livello di gioco che a livello di risultati. Da segnalare in particolare l’avvicendamento tra Munford, grande colpo estivo finito sotto i ferri già a inizio stagione, e McGruder, ex Olimpia Milano che lo ha sostituito.
Il gruppo agli ordini di Coach Neven Spahija è fisicamente e atleticamente dominante, mentre per ora a mancare sono state l’intesa in campo tra i giocatori e la continuità: Venezia vive sul talento individuale dei giocatori perimetrali e sullo strapotere degli interni, situazione che la rende sì battibile, ma allo stesso tempo temibilissima e capace di battere chiunque.
Tyler Ennis è la cosiddetta “testa del serpente”: primo per punti (16,3) e anche per assist (6,5), dal play canadese passa tanto della produzione offensiva veneziana. Preferisce attaccare il pitturato dal palleggio per segnare o servire un compagno piuttosto che tirare da lontano, ma in questa stagione si sta dimostrando affidabilissimo anche da tre con un convincente 50% seppur con poco più di due tentativi di media a partita. Davide Moretti è chiamato a dare ordine all’attacco dalla panchina, tuttavia ha saltato le ultime partite per infortunio e così la palla è finita spesso nelle mani di Davide Casarin, non sempre affidabile nel ruolo ma di ottima stazza e fisicità.
Rodney McGruder dovrebbe essere il principale pericolo sul perimetro nel ruolo di guardia e porta alla causa un importante volume di tiro da tre, però l’impressione è che il suo impatto non sia sufficiente per rimpiazzare quello che la squadra si aspettava da Munford. Il reparto guardie è completato dall’ex più atteso della giornata: Juan “Lobito” Fernandez, che a Trieste non ha certo bisogno di presentazioni anche se è ormai nella fase finale della carriera.
Jordan Parks interpreta il ruolo di ala a modo suo, ovvero cercando ad ogni costo di avvicinarsi al canestro con intenzioni bellicose: anche in questo elemento chiave del roster veneziano a spiccare sono le doti atletiche e fisiche, mentre la precisione dall’arco scarseggia così come la capacità di coinvolgere i compagni. Carl Wheatle, arrivato dopo una stagione da rivelazione a Pistoia, dovrebbe replicare in scala ridotta dalla panchina le doti migliori di Parks e dare qualcosa in più al tiro, ma al momento sta litigando con il canestro.
Kyle Wiltjer è grande e grosso e soprattutto non ha paura di prendersi tanti tiri da fuori nonostante giochi da “numero quattro”: Coach Spahija lo sfrutta spesso e volentieri per aprire il campo ma, anche se sulla carta dovrebbe essere il complemento ideale per il centro Kabengele, per adesso un rendimento individuale fatto di alti e bassi non si sta traducendo in risultati di squadra. Aamir Simms viaggia a poco più di venti minuti di media e chiude un reparto ali in cui il minutaggio è ben distribuito ma nessuno sta riuscendo a portare quello che serve per far decollare la stagione della Reyer.
Mfiondu Kabengele è probabilmente il centro più dotato fisicamente del campionato, e nei dintorni del ferro non ha eguali: viaggia con una doppia doppia abbondante di media ed è difficilissimo da fermare quando riceve nel pitturato. Amedeo Tessitori, sicuramente meno dirompente a livello atletico ma con grande esperienza in LBA, dà fiato al collega per poco più di dieci minuti a partita, che riesce spesso a convertire in qualche canestro ad alta percentuale da vicino.